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27 e 28 Settembre – Si può fare in maniera diversa

SI PUÓ FARE IN MANIERA DIVERSA

Franco Basaglia

6° APPUNTAMENTO CON IL CONVEGNO PER RIFLETTERE SUI DIRITTI DI PERSONE CON PROBLEMI DI SALUTE MENTALE E CONOSCERE BUONE PRASSI DI ACCOGLIENZA E INCLUSIONE

Mercoledì 27 e 28 settembre 2016
Sala del Buonarrivo C.so d’Augusto 231 – Rimini

27 SETTEMBRE

ore 8,30 Registrazione dei partecipanti

ore 9,00 Saluto ed intervento Gloria Lisi Vicesindaco, Assessore alla Protezione Sociale Rimini, città solidale

ore 9,30 I dati sulla Salute Mentale a Rimini quali misure di prevenzione, cura, riabilitazione
Marcello Tonini Direttore AUSL Romagna

ore 10,00 Quando il trauma prende voce Davide Salvarani Vicepresidente, Cristina Contini, Presidente Associazione “Sentire le voci” *Cristina Contini e’ affetta da una malattia grave, rara, degenerativa MCS, Sensibilità chimica multipla.
Si tratta di una sindrome immuno-tossica infiammatoria, scatenata dalla esposizione agli agenti chimici. Per questo si prega di NON USARE PROFUMI E DEODORANTI. Grazie

ore 11,00 Domande

ore 11,30 Bambini e psicofarmaci: 12 anni di impegno contro gli abusi
Yuri Toselli, portavoce Giù le mani dai Bambini Comitato di oltre 200 Associazioni, Scuole, Ospedali, Professionisti, Cittadini, Istituzioni: oltre 8 milioni di italiani.

ore 12,00 Domande

ore 12,30 Per relazionarsi con la diversità e pregiudizi, accogliendo, sdrammtizzando
Sandro Picchianti Clown Billy Formatore di clownterapia Trentennale esperienza di lavoro come artista e libero professionista, in soccorso clown presso gli ospedali pediatrici.
Docente di corsi e seminari per bambini e adulti

ore 13,00 – – 15,00 Pausa

ore 15,00 Inventare le Istituzioni: cittadinanza, diritti, diversità
Peppe dell’Acqua, Psichiatra, Trieste, ha lavorato con Franco Basagliae ne ha portato avanti l’impegno

ore 15,30 Domande

ore 16,00 Mio padre morto legato e sedato Natascia Casu figlia di Giuseppe Casu morto nell’ SPDC di Cagliari

ore 16,30 Domande e testimonianze

ore 17,00 E tu slegalo subito – Campagna nazionale contro le contenzioni e gli abusi, presentata in Parlamento: cosa puoi fare tu
Giovanna del Giudice, psichiatra Trieste, presidente conferenza basaglia e fondatrice e portavoce per 10 anni del forum di salute mentale Trieste

ore 17,30 Domande e testimonianze

ore 18,00 Le misure di sicurezza dopo la legge 81/2014
Francesco Marco de Martino Avvocato, Ricercatore, Diritto Penale Università Federico II di Napoli Raccolta firme “Società pericolosa per il diritto al giusto processo”

ore 18,30 Domande e testimonianze

ore 19,00 L’alimento naturale e sano, fonte di salute e prevenzione degli squilibri
Dottor Dario Ayala, Medico chirurgo, esperto in fitoterapia e semeiotica tradizionale del polso radiale, specializzato in chirurgia toracica.

ore 19,30 Domande

ore 20,00 Fine lavori

28 SETTEMBRE

ore 9,00 Assassini in pillole: la Psichiatria moderna vista con gli occhi di un carabiniere

Il cibo è salute

Pietro Bisanti, Maresciallo dei Carabinieri Milano Vegano, operante nella tutela dei diritti umani. Autore del libro

ore 10,00 Psichiatria e psicologia, un passo indietro ed un passo avanti nell’era della tentata li- quidazione delle democrazie pluraliste. Stato sociale, sostegno e “Amministratore di sostegno”: un intreccio da sciogliere in aderenza ai principi costituzionali fondamentali

Paolo Ferraro, Presidente CDD Comitato Didendiamo la Democrazia Già Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Roma, riconosciuto “perfettamente sano ed equilibra- to, magistrato con doti personali peculiari”, sottopo- sto ad illegale sequestro di persona il 23 maggio del 2009, dispensato dalle proprie funzioni

ore 10,30 Testimonianza dell’esperienza Ass. Articolo32 Trieste

Gruppo trasversale nato all’interno del Dipartimento di Salute Mentale Trieste. Familiari, volontari, operatori, cittadini. Favorisce lo sviluppo di un protagonismo reale nei servizi

ore 11,00 Strategie di sopravvivenza, Proiezione di un documentario sul quotidiano di esseri umani che nonostante le voci nella testa.. sono in grado di alzarsi la mattina e andare a lavorare

Torino Mad Pride, il sindacato italiano dei pazienti psichiatrici che lotta per la “liberazione dei matti” Matti a cottimo, Coop Sociale

ore 13,00 Presentazione di un progetto di RECOVERY e di una FATTORIA SOCIALE Cooperativa A e B AMABIL…MENTE

per info: 366 1303843 [email protected]

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Terapia cognitivo-comportamentale per le psicosi

Un crescente numero di ricerche ha ormai dimostrato che la persistenza di sintomi psicotici positivi, quali voci allucinazioni deliri, può essere alleviata da trattamenti psicoterapici specifici per le psicosi. Alterata percezione e distorta elaborazione degli stimoli minacciosi sembrano essere alla base dello sviluppo dei contenuti deliranti, aspetti che costituiscono dunque il target di intervento di un percorso psicoterapico che favorisca processi di recovery sulla base delle risorse residue e non ancora colpite dalla patologica psichiatrica.

Uno studio condotto presso il Dipartimento di Psicologia del London King’s College e pubblicato sulla rivista Brain nel 2011, si è occupato di esaminare tramite neuroimaging la presenza di cambiamenti significativi nella reattività neuronale a stimoli minacciosi, a seguito di un trattamento cognitivo-comportamentale in pazienti affetti da psicosi.

Dei 56 pazienti affetti da schizofrenia con sintomi positivi residui e persistenti, 28 hanno ricevuto un trattamento cognitivo-comportamentale specifico per le psicosi (CBTp) di 6-8 mesi oltre alla regolare somministrazione di farmaci antipsicotici (TAU), mentre gli altri 28 è stato somministrato il solo trattamento farmacologico (TAU). I due gruppi sono risultati omogenei nel corso della valutazione iniziale, relativamente ai parametri clinici e demografici e alle risposte neurali e comportamentali agli stimoli emotigeni (espressioni facciali neutre o minacciose) somministrati durante lo scanning in risonanza magnetica funzionale. I risultati finali hanno mostrato significative differenze tra i due gruppi sperimentali: a) miglioramento clinico nel gruppo sottoposto a trattamento CBTp + farmaci antipsicotici (TAU), con un mantenimento dei cambiamenti al follow-up (6-8 mesi dopo la fine del trattamento); b) il solo gruppo sottoposto a CBTp ha mostrato una ridotta attivazione della corteccia frontale, dell’insula, del talamo e della corteccia occipitale, in risposta agli stimoli percepiti come minacciosi e questa ipo-reattività si è mantenuta stabile anche al follow-up dopo 6-8 mesi; c) la riduzione di reattività corticale in queste aree alla presentazione di volti arrabbiati è risultata altamente correlata al miglioramento sintomatico riferito dai pazienti.

Si tratta del primo studio pubblicato in ambito neuro scientifico che ha dimostrato gli effetti prodotti dalla terapia cognitivo-comportamentale per le psicosi (CBTp) sull’attività corticale: la CBTp abbinata ad una regolare terapia con antipsicotici sembra dunque in grado di attenuare la reattività corticale a stimoli emotigeni e costituisce un trattamento efficace nella riduzione dei sintomi perché promuove una migliore capacità di elaborare e interpretare gli stimoli minacciosi, facendo loro perdere il potenziale stressante.

Il dato clinico interessante è che il protocollo utilizzato dai ricercatori del King’s College London e validato in alcuni precedenti studi degli stessi autori (Kumari et al., 2010), costituisce uno dei pochi strumenti a disposizione di noi clinici per accostarsi alla cura delle psicosi, tutt’oggi considerate patologie destinate alla cronicizzazione e al progressivo isolamento. Lo stesso stigma che colpisce i pazienti affetti da psicosi, coinvolge spesso anche i clinici, le terapie e i protocolli ideati per la cura e il trattamento di queste patologie. Potrebbe essere proprio questo uno dei motivi della loro scarsa presenza nella letteratura scientifica e nei nostri ambulatori.

Per saperne di più: http://www.stateofmind.it/2012/02/terapia-cognitivo-comportamentale-psicosi/

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Parlare con le voci: esplorare il significato delle voci

Il sentire delle voci si potrebbe considerare come una strategia di sopravvivenza ingenua e creativa che non dovrebbe essere vista come un sintomo di malattia, ma come una esperienza significativa e complessa che va esplorata.

Nel 2013 Eleonor Longden racconta su TED, un canale divulgativo americano, la sua storia come uditrice di voci. Oggi il link del suo discorso pubblico ha ricevuto ben 2,496,324 visite ed è stato tradotto in 33 lingue .

Dopo aver passato diversi anni tra ambulatori medici ed ospedali, Eleonor ha superato la sua diagnosi di schizofrenia ed è oggi laureata in psicologia e prosegue gli studi tramite un dottorato di ricerca. Il suo messaggio è quello che sia possibile cambiare visione sulla malattia mentale scostandosi da un modello medico-centrico e dimostrare, anche dal punto di vista scientifico, che le sue voci non sono altro, come nel suo caso, che una reazione sana a circostanze insane.

La psicologa inglese afferma infatti che nonostante la medicina tradizionale possa pensarla diversamente, né lei né gli altri uditori di voci sono persone matte o soprattutto malate. Si potrebbe invece considerare questo fenomeno come una strategia di sopravvivenza ingenua e creativa che non dovrebbe essere vista come un sintomo di malattia, ma come una esperienza significativa e complessa che va esplorata.

I dati oggi a nostra disposizione dicono che circa il 4% della popolazione sente le voci e solo una minor parte di persone si rivolge ai servizi di salute mentale (Beavan et al. 2011). Infatti, circa un terzo degli uditori di voci afferma che tale esperienza non causa loro disagio e quindi non sente la necessità di essere aiutato. Un’altra ragione per cui le persone tendono in prima istanza a nascondere la loro esperienza è perché, come afferma Eleonor:

persone come me, che ammettono di sentire voci, possono generalmente aspettarsi due cose: una diagnosi di insanità e una terapia farmacologica pesante.

Per saperne di più: http://www.stateofmind.it/2014/09/parlare-voci-significato/

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GLORIA . Operatore, facilitatore gruppo AMA

Il gruppo di uditori di voci di Reggio Emilia si sta incontrando con regolarità ogni 15 giorni, con sempre più carica ed entusiasmo. nell’ultimo anno abbiamo espresso con sempre maggior forza il desiderio di aprirci all’esterno per poter raggiungere persone che si sentono sole o isolate. (altro…)

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Una lenta metamorfosi

Sono Giovanni Ficarelli, uditore di voci da una trentina d’anni. Dal lontano millenovecentoottantadue sono in carico al DSM dell’AUSL di Reggio Emilia. Il mio percorso di recovery (guarigione), è cominciato allora: con colloqui con gli psichiatri e con le terapie farmacologiche (particolarmente utile nella fase acuta). (altro…)

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Una mamma che si racconta

Mi chiamo Laura ed ho un figlio che attualmente ha 24 anni; fino a cinque anni fa era a detta dei gestori di ristoranti un cuoco che sarebbe diventato uno chef di alto livello.
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“Charlie Charlie Challenge” – La forza dell’autosuggestione

L’ultima social mode, che sta spopolando tra i giovanissimi sul web è quella della “Charlie Charlie Challenge”, che consiste in una sorta di seduta spiritica da effettuarsi davanti ad una telecamera per essere immediatamente postata sui propri social. (altro…)