Mi chiamo Laura ed ho un figlio che attualmente ha 24 anni; fino a cinque anni fa era a detta dei gestori di ristoranti un cuoco che sarebbe diventato uno chef di alto livello.
Poi sono cominciate esplosioni di rabbia apparentemente non motivate, o per motivi inspiegabili, in particolare nei miei confronti che col passare del tempo si sono notevolmente accentuate fino a diventare pericolosi per entrambi.A quel punto ho dovuto accettare che stava succedendo qualcosa che sfuggiva al mio controllo e a quello di mio figlio. Sono quindi iniziate situazioni molto particolari come intervento dei carabinieri, vigili urbani, paura da parte mia e grande sofferenza da parte di mio figlio che io non riuscivo ad alleviare in nessun modo; anzi forse peggioravo le cose. Allora ho cercato di non avere più reazioni, accettavo quello che succedeva senza sapere cosa fare, senza capire cosa stesse accadendo e motivando a modo mio e positivo gli avvenimenti. Speravo ogni mattina di svegliarmi e ritrovare la situazione sistemata ma ogni volta che andavo a dormire però mi rendevo conto che non era cambiato nulla. Ogni giorno andando al lavoro in ufficio in banca, riuscivo a distrarmi immergendomi nel lavoro, la sera però uscendo mi chiedevo: cosa succederà stesera, ce la faremo a non farci male, ad arrivare a domani. Le festività erano eterne, e veramente brutte e tristi, infatti le cose più pericolose successe portano date importanti, l’ultima delle quali è stata la domenica di Pasqua del 2008. Sono così iniziati tre anni fa i ricoveri in tso, le cure e poi la diagnosi: mio figlio..… grave disturbo psicotico,….malato cronico…., diagnosticabile come schizofrenia di tipo paranoide. il quadro clinico è espresso in tutta la sua sintomatologia di base con alterazioni della forma e del pensiero, allucinazioni, deliri, ritiro autistico, agitazione, confusione mentale, agiti violenti. Ma cosa sono tutti questi vocaboli, ma stanno parlando di mio figlio????? Poi il carcere… A questo punto mi sono sentita come fossi obbligata a guidare un autobus nel traffico del centro di Bologna senza aver la patente e senza averlo mai condotto e con nessuno che mi aiuta o mi da indicazioni. Poi tanta solitudine, vuoto dentro e fuori, un pensiero fisso di giorno e di notte con qualche sogno bello e molti incubi; poi sempre le stesse domande: cosa devo o posso fare e sempre tanta voglia di capire. Improvvisamente durante un colloquio uno psichiatra mi consiglia di prendere dei farmaci per aiutarmi a riemergere e mi consiglia di partecipare ad un gruppo di auto mutuo aiuto: splendido, piano piano mi sono sentita meno sola; poi finalmente dall’ autobus vedo una luce sempre più intensa che mi da speranza, tante spiegazioni, tante indicazioni e tante motivazioni per incominciare a lottare per aiutare mio figlio. La luce si chiama… prime risposte, esperti per esperienza, paure espresse,………. Una vita che si riempie sempre più di parole, di voci…di voci…di voci… insieme a mio figlio ora posso parlare di voci, delle sue voci, delle sue paure, e delle soluzioni che anche noi insieme potremo trovare. Grazie a tutti coloro che sanno di essermi vicino in questo momento.
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Testimonianze