Era il 2007 quando, a vigilia di Natale, feci una visita a sorpresa ad una giovane donna che sentiva le voci, durante la sua permanenza in una comunità psichiatrica.
Mi stupì tantissimo il fatto che mi stesse aspettando….
mi venne incontro abbracciandomi con in mano una busta gigantesca che conteneva un piccolo cartoncino su cui aveva disegnato il suo Babbo Natale ed i suoi auguri per me.
In questa foto potete ammirare la particolarità…
Ricorderò sempre la gioia che emanava ed entrava in me come nessun altro regalo avrebbe potuto fare.
Non era un semplice biglietto di auguri.
Era il suo trauma.
Era il suo essere vittima.
Era la sua storia.
Era riuscita ad usare dei colori che da un paio di anni l’operatore non aveva mai visto usare da lei. “Come mai sei così felice?” le chiesi dopo il suo abbraccio
“…perché è stata una gioia per me poter fare gli auguri ad una persona che le interessa di me”
Sì, perché tanti ragazzi e ragazze che sentono le voci, oltre a subire l’impotenza rispetto alla propria guarigione e la cronicità che a volte l’intervento sbagliato provoca, sono spesso vittime/causa di una famiglia che si sfalda.
Quando si ammala un figlio si ammala tutta la famiglia e quando si ammala la famiglia si ammalano anche i figli.
E allora non esiste più il Natale perché non vi è nemmeno più una famiglia.
Alcuni ragazzi e ragazze che sentono le voci e che si trovano in situazioni familiari particolari, descrivono tutto ciò con parole del tipo
“…ho bisogno di sentirmi pensato”
“un giorno qualcuno si accorgerà di me…?”
Colgo l’occasione per invitarvi a riconoscere e a ringraziare tutte quelle persone che vi stanno pensando, amando e aiutando.
Esprimete loro il perché della vostra gratitudine affinché possiate sentire dentro di voi quella gioia pura e gratuita di cui ho accennato prima.
Non importa la bellezza del regalo o il suo valore, ma il significato che si nasconde in quel regalo.
Offro questo spazio come una possibilità per fare un augurio particolare che possa farci sentire il profumo della vostra emozione.